venerdì 5 giugno 2009

Viva Beverly Sills



• Beverly Sills, nacque nel 1928 in America da una famiglia ebrea russa. Fu una bambina prodigio,ma i suoi genitori decisero che avrebbe ricevuto una ragguardevole educazione musicale e culturale, prima di dedicarsi professionalmente all'arte. Debuttò negli anni Cinquanta ma ad onta del suo talento non riuscì a “sfondare” per tutti gli anni sessanta producendosi in un’anonima routine di cui restano curiosi anche se precari cimeli. Basti pensare che cantò Aida o Tabarro di Puccini Alla fine, anche a seguito di gravi problemi familiari, si era “parcheggiata” alla New York City Opera, il piccolo (allora) teatro, rivale del gigante Met, che in quegli anni però con una intelligente politica di titoli e con la scelta oculata di giovani cantanti in ascesa, viveva una stagione esaltante, proprio mentre il rivale segnava una pesante crisi economica.
La Sills fu il fiore all’occhiello di molte produzioni e si guadagnò una certa fama. Aveva una voce piccola e un po’velata, di non particolare fascino timbrico, ma agilità formidabili, estensione mirabolante, classe, musicalità e fantasia incredibili, doti che la rendevano incomparabile nel repertorio belcantistico. Ottima fraseggiatrice, musicista provetta (si scriveva da sé variazioni e colorature alternative) si conquistò un esercito di ammiratori fedelissimi. Approdò al disco tra il 1968 e il ‘70 con la trilogia donizettiana delle regine inglesi. Erano stati trionfi in teatro negli ultimi anni, ma erano ancora inediti per il microsolco ufficiale e la Sills ce le offrì in edizioni integralissime, con buoni cast vocali, ottimi direttori e magnifica qualità di registrazione. Furono grandi e sorpendenti successi discografici.
• Nel 1969 la Sills trionfò alla Scala in una fantastica “riesumazione” de l’Assedio di Corinto di Rossini, sotto la bacchetta di Thomas Schippers e accanto ad un’altra formidabile cantante che emergeva prepotentemente nel repertorio belcantistico: Marilyn Horne. Fortunatamente l’opera di cui esiste anche la registrazione "live" è stata consegnata al microsolco dalla EMI con un cast molto simile in cui la Horne per esigenze di scuderia fu sostituita dalla non meno valida Shirley Verret che, già nota nel repertorio tradizionale, si manifestò belcantista esimia. Da allora, nei pochi anni di attività che le rimanevano, incise un buon numero di opere complete, quasi sempre prime registrazioni o edizioni integrali e molto curate di opere note, riproposte in maniera filologica e innovativa che costituiscono un tesoro inestimabile per chi l’ha amata. Notevoli anche i suoi recitals molto originali ed intelligenti. Purtoppo nel 1979 gravi motivi di salute le imposero il ritiro dalle scene. Ma seppe ancora diventare un’oculata manager e un’abilissima conduttrice televisiva di programmi culturali.
Tra i suoi capolavori, ma la sua intera discografia ufficiale è un capolavoro, una magnifica Lucia di Lammermoor, Les contes d’Hoffmann in cui impersonava tutti e quattro i ruoli femminili e ancora Puritani e Capuleti e Montecchi di Bellini.
Si concesse anche una Norma, certo vocalmente resa in maniera non del tutto adeguata, ma non priva di grandi momenti. Ancora tra le sue incisioni migliori non possiamo non ricordare il prodigioso recital dedicato a Mozart e R.Strauss, la sua Pamira dolente e funambolica del citato "Assedio di Corinto", l’Elisabetta del Devereux, resa con fine psicologia: esteriormente rabbiosa e autoritaria ma intimamente fragile. Fortunatamente di tale ruolo è rimasto anche un video. Da ricordare anche almeno una Thais di Massenet resa con sottile psicologia e una Manon di Massenet che a nostro avviso rimane ineguagliata
Donna forte, generosa, intelligente e colta non si arrese alle terribili avversità della vita e oltre che grande artista fu impegnata in politica e nel sociale. Grazie Beverly di quanto ci hai dato, grazie del tuo sorriso e della tua classe

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