venerdì 5 giugno 2009

O tempora O mores !



Qualche giorno fa un mio amico incallito collezionista come me mi ha dato una registrazione poco nota di "Un ballo in maschera" effettuata a Parma nel 1983. Nei ruoli principali tre cantanti che ebbero fama e onori ma di cui oggi si parla poco: Matteo Manuguerra baritono, Olivia Stapp soprano e Ottavio Garaventa tenore. Il primo è morto poco più di dieci anni fa, nel 1998, ha inciso abbastanza, con le grandi case discografiche ed aveva una voce splendida ma quasi nessuno sembra ricordarselo. Lo ricordo io invece, in un Ernani a Palermo (cantava Don Carlo ovviamente) in precarie condizioni di salute portare a termine una recita anche se barcollante,con la pressione altissima ma che voce! Che acuti! Che emissione! Grande.
Anche la Stapp, americana, cantò a Palermo una Lady Macbeth eccezionale. Era una voce tra il soprano e il mezzo, ma aveva acuti fulminanti, una eccellente capacità virtuosistica e un trillo formidabile. Credo che viva in America adesso.
Garaventa l'ho sentito diverse volte in giro per l'Italia e di lui ho diverse registrazioni dal vivo, in genere di opere rare. Ah che voci! Che tecnica! Chi si ricorda, più se non gli incalliti affezionati, di questi grandi cantanti e di tanti altri?
E oggi si sente parlare di Andrea Bocelli come di un grande tenore. A questo punto è arrivata la lirica? Bocelli che mette gli acuti nel naso. Che sembra vomitare alla fine di ogni frase (ascoltate "O Lola chi hai di latti la cammisa" nella sua incisione della Cavalleria) e che bela e non possiede neppure l'idea di cosa sia legato ed emissione corretta. Che fraseggia inerte e scolastico come neppure un alunno di conservatorio. Eppure ci sono legioni di asini osannanti che lo definiscono un grande cantante. Evidentemente non è vero il proverbio "Vox populi vox dei" o meglio la vox della pubblicità e dei media ha il potere di corrompere le orecchie di chi ascolta. O è l'ignoranza che ormai galoppa irrefrenabile?
Ma torniamo a Garaventa. Era un maestro del canto sul fiato. Saliva agli acuti con sicurezza spavalda. Fraseggiava con proprietà ed aveva un gusto esemplare. Un maestro autentico di vocalità, lui che aveva cominciato da baritono. Non so molto di questo grande cantante. Spero che dia lezioni di canto. Dalla sua intelligenza musicale e consapevolezza tecnica usciranno ottimi professionisti per i prossimi anni, ammesso che la politica lasci sopravvivere i teatri.

Nessun commento:

Posta un commento